Avete mai sentito parlare di dislessia? Sicuramente sì, ma forse non tutti sanno esattamente di che cosa si tratta e da cosa deriva.
La dislessia fa parte dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento, identificati con l’acronimo DSA, e si riferisce alla difficoltà di lettura in termini di velocità e correttezza. Come si può quindi riconoscere un bambino dislessico?
Un bambino dislessico legge lentamente, sillabando le parole e compie molti errori di decodifica, ovvero confonde le lettere simili, come “a” ed “e”, inverte l’ordine delle lettere, come “fargola” per “fragola”, oppure ne aggiunge o ne omette.
I bambini dislessici per leggere devono impegnare al massimo le loro capacità e le loro energie e può succedere che arrivati alla fine del testo non ne abbiano compreso il contenuto perché l’energia non è sufficiente sia per leggere che per comprendere.
Ma da che cosa deriva esattamente la dislessia?
La dislessia non è una malattia, bensì una caratteristica, nello specifico una “neurodiversità”. In pratica il cervello di un dislessico, durante il processo di lettura e scrittura lavora in modo diverso rispetto a un cosiddetto “normo lettore-scrittore”.
Questo perché non riesce appieno nel processo di riconoscimento del fonema, la più piccola unità di suono all’interno della parola, che è uno dei requisiti fondamentali per l’apprendimento della lingua scritta.
Nonostante ciò, i bambini dislessici sono intelligenti, a volte addirittura al di sopra della media e sono solitamente molto creativi, anche nel trovare le strategie più adatte a compensare le loro difficoltà.