Vi ricordate quando avete imparato a parlare?
Immagino che per tutti o quasi sia difficile avere ricordi a riguardo e questo perché l’acquisizione del linguaggio è un meccanismo automatico, in quanto il linguaggio è una capacità innata dell’uomo che si attiva con l’esposizione in un determinato contesto linguistico.
Avete fatto fatica per imparare a parlare?
Sicuramente la risposta sarà “no”, dal momento che nessuno di noi ha imparato a parlare pensando a quali parole usare e a come doverle mettere in ordine nella frase perché era un’attività naturale e spontanea come camminare.
L’italiano è per noi la nostra lingua nativa e noi siamo dunque dei parlanti nativi, ovvero siam stati esposti fin dalla nascita (anzi, anche prima) a questa lingua ed è per noi naturale e spontaneo parlarla.
In varie parti d’Italia si parlano anche diversi dialetti, che spesso sono vere e proprie lingue indipendenti dall’italiano, e perciò una buona parte di noi si potrebbe definire bilingue.
Ma cosa significa essere bilingue?
Significa conoscere, comprendere e parlare due lingue, due dialetti o una lingua e un dialetto ed essere in grado di attivare una netta separazione tra i due sistemi linguistici.
Il nostro cervello è perciò in grado di gestire le due lingue, che potrebbero essere anche di più, senza interferenze e senza “fare confusione”.
E’ però importante sottolineare che esiste una fascia temporale che va dalla nascita agli 8 anni circa, che viene definita “periodo critico”, dentro la quale è possibile acquisire una o più lingue come parlante nativo, ovvero è il periodo di massima acquisizione linguistica da parte del nostro cervello.
Quindi, se vi stavate chiedendo: “ma non sarà troppo presto per far cominciare un corso di inglese al mio bambino?” oppure “ma non farà confusione?” la risposta è sempre “assolutamente no, anzi”.
Anzi, potrebbe essere troppo tardi per dare la possibilità al vostro bambino di apprendere una seconda lingua come parlante nativo o quasi, perciò prima si comincia e meglio è, perché si sfrutta così il periodo di massima plasticità cerebrale del bambino. E inoltre non c’è nessun problema di interferenza, i bambini prima, gli adulti poi, sanno gestire le lingue in maniera indipendente.
Può succedere che all’interno di una stessa frase utilizzino entrambe le lingue ma questo è del tutto naturale e non è il risultato di un problema di confusione linguistica, è invece il risultato di un’ottima padronanza linguistica.
Le persone bilingui utilizzano in maniera del tutto naturale le due lingue in base all’interlocutore, senza doverci pensare, passando da un codice linguistico a un altro spontaneamente.
Esistono casi anche di plurilinguismo, ovvero di persone che parlano fluentemente più di due lingue come il caso di un bambino che ha compiuto da poco tre anni, nato in Italia da padre italiano e madre eritrea.
Da due anni la famiglia si è trasferita in Giappone e il bambino parla quindi l’italiano, la lingua della madre, il giapponese e l’inglese, essendo quest’ultima la lingua della scuola internazionale che frequenta, senza interferenze tra i quattro codici linguistici.
Questo perché i bilingui sono abituati ad inibire una lingua o l’altra a seconda del contesto e di conseguenza sono particolarmente abili nell’inibire l’informazione e gli stimoli non rilevanti per l’esecuzione di compiti anche di natura non verbale.
I vantaggi cognitivi correlati alla condizione bilingue non sono quindi solo di natura linguistica.
Il bilinguismo è una condizione importante anche perché, oltre all’area linguistica, va a mare aigliornche altri processi mentali, rafforzando lo sviluppo cerebrale.
Aumentando l’elasticità cerebrale, migliorano diverse abilità come la capacità di prendere decisioni e quindi di problem solving, la capacità di percepire gli stimoli esterni, l’attenzione e la memoria.
Inoltre, il fatto di essere in grado di comunicare con più di una lingua, non può che essere un beneficio anche per la capacità comunicativa e l’autostima.
E visto che lingua e cultura vanno di pari passo, il fatto di parlare due o più lingue offre anche maggiori conoscenze culturali e diventa quindi un vantaggio anche per i rapporti interpersonali.
Dott.ssa Anna Fabris
Linguista e Tecnico dell’Apprendimento
annafabris86@gmail.com