L’apprendimento del bilinguismo
Aprire le porte al bilinguismo a scuola, o comunque nell’ambito dell’apprendimento scolastico, non significa soltanto favorire gli alunni nel loro futuro soprattutto lavorativo, ma anche dar loro l’opportunità di potersi esprimere in più ambienti e in diversi contesti sociali, nonché avere maggiori benefici per il loro sviluppo cognitivo.
Un approccio mirato che permetta di acquisire competenze e favorire l’utilizzo di due lingue e che ponga il bambino stesso al centro del processo di apprendimento grazie a un metodo, materiali e strumenti pensati appositamente permette infatti già nella prima infanzia di acquisire anche altre abilità che saranno utili per affrontare i futuri anni scolastici e altre importanti tappe della vita.
Dalla nascita – e, secondo i più recenti studi, già quando il bambino è ancora nel grembo materno – fino a circa otto anni, abbiamo la maggiore capacità di acquisizione linguistica ed è questo il motivo per cui, se l’utilizzo del bilinguismo risale alla prima infanzia, tutto ciò che il nostro cervello incamera rimane impresso in modo più marcato e permanente.
Il bilinguismo, infatti, a differenza di ciò che fino a poco tempo fa si credeva, non crea difficoltà nello sviluppo cognitivo, disturbi o confusione nel linguaggio, bensì, se praticato fin dai primi anni di vita e se alimentato nel modo più efficace, può dare molti vantaggi e far sì che l’utilizzo di una seconda lingua diventi fluido e spontaneo.
Perché il bilinguismo a scuola
Gli studi più recenti in neuroscienze ci informano che sia competenze linguistiche, sia competenze comunicative sono favorite dal bilinguismo.
Di qui il metodo sviluppato nelle scuole Pingu’s English, un metodo di insegnamento “a spirale” delle quattro abilità fondamentali per la conoscenza di una lingua: speaking, understanding, reading, writing.
Queste abilità, se sviluppate nelle modalità di apprendimento più consone all’età e “a misura” dell’alunno, possono essere apprese in modo naturale e rappresentare sia una solida base per i suoi studi futuri, sia favorire una maggiore elasticità cognitiva in molti altri ambiti, quali la capacità di problem solving, lo sviluppo della memoria a lungo termine, capacità espressive e di relazione, autostima.
Proporre a un bambino attività scolastiche impiegando anche una seconda lingua significa contestualizzarla nel suo quotidiano, farla rientrare in ciò che gli è familiare, e quindi renderne interessante, piacevole e serena l’acquisizione. Per questo è importante che venga seguito un metodo sperimentato e messo a punto con gran cura.
Il metodo Pingu’s English combina la grande esperienza del Linguaphone Group con le metodologie educative più accreditate e innovative, collaborando in modo continuo con l’Università di Kingston e l’Università di Cambridge, curando tutto ciò che ruota attorno all’apprendimento più naturale e piacevole della lingua inglese, senza trascurare l’ambiente in cui il bambino vive la sua esperienza di apprendimento, i rapporti interpersonali, l’importanza di essere accompagnati da insegnanti qualificati accuratamente selezionati (madrelingua o bilingui certificati per l’insegnamento dell’inglese ai bambini) e costantemente aggiornati, l’utilizzo di materiali e strumenti adeguati che sviluppino anche la creatività e ogni forma espressiva, nonché la verifica continua dei propri progressi.
Un approccio al bilinguismo a scuola “a tutto tondo” quindi, che tiene in considerazione quanto sia importante il metodo educativo con cui un insegnamento viene proposto, mette al centro gli interessi del bambino, impiega le migliori strategie di apprendimento per ogni singolo alunno, dà importanza alla socializzazione e alla relazione con gli altri, consentendo ai bambini a cui esso viene proposto di avere “una marcia in più” e di essere avvantaggiati in molte situazioni quotidiane e della loro vita futura.