Il bilinguismo: molti vantaggi e pochi svantaggi per i bambini bilingui.

Quando si parla di educare i bambini bilingui è necessario innanzitutto considerare che molti sono i pregiudizi e i fraintendimenti che accompagnano questo argomento.
Se infatti in passato si riteneva che l’apprendimento di una seconda lingua in tenera età potesse ostacolare lo sviluppo cognitivo del bambino e creargli una sorta di “confusione” o “disturbi del linguaggio”, oggi, grazie a numerosi e autorevoli studi, sappiamo che il cervello è in grado di svilupparsi seguendo nello stesso momento più canali linguistici e che quelli che potrebbero essere interpretati come aspetti negativi del bilinguismo – pochi, per la verità – compensano ottimamente i molti vantaggi che esso comporta.
Un’opportunità, innanzitutto, per potersi esprimere in contesti linguistici differenti, che favorirà il bambino nel suo futuro sociale e lavorativo e che gli offrirà numerosi benefici a livello di sviluppo cognitivo.

Acquisire il linguaggio è un meccanismo automatico, un’attività spontanea, che, dalla nascita fino a circa otto anni – periodo in cui il nostro cervello ha la maggiore capacità di acquisizione linguistica – compiamo e gestiamo in modo naturale. Se ci si pensa, in molte famiglie si parla in dialetto: anche in questo caso il bambino è in grado di separare i due sistemi linguistici e di arrivare a comprendere e parlare due diversi idiomi.

Sia si tratti di un bambino con almeno un genitore straniero, sia in famiglia si parli soltanto una lingua, i bambini che vengono educati al bilinguismo partono comunque avvantaggiati. Una condizione che va a migliorare l’area linguistica, favorisce l’elasticità mentale, agevola processi che creeranno basi solide per il futuro:

  • una maggiore flessibilità cognitiva;
  • un rendimento migliore nelle attività che richiedono un’attenzione selettiva – ovvero la capacità di concentrarsi sulle informazioni rilevanti – e che favoriscono la capacità di problem solving;
  • un miglioramento della memoria a lungo termine;
  • una migliore capacità nel percepire gli stimoli esterni e nel comunicare;
  • una maggiore autostima.

Per quanto riguarda i dubbi che ancora molti genitori hanno riguardo il bilinguismo precoce, è importante basarsi sugli studi più recenti che addirittura sfatano il mito secondo il quale nei bambini che apprendono più di una lingua l’esordio del linguaggio è più tardivo. Gli stessi studi affermano – inoltre – che le possibili “interferenze” che potrebbero verificarsi – cioè l’utilizzo in una lingua di espressioni tipiche di un’altra – solitamente scompaiono intorno agli otto-nove anni.

Partiamo dal presupposto che non vi sono ricette per insegnare il bilinguismo ai propri figli, ma che è importante che esso venga sostenuto e alimentato nel tempo.
Oggi studi pedagogici internazionali ci indicano che il bilinguismo ha molti vantaggi se praticato nei primi anni di vita. Sembra infatti che se al piccolo, prima di nascere, ci si rivolge in una sola lingua, quando nascerà avrà interesse solo per quella. Viceversa, se gli vengono proposti regolarmente due idiomi, proverà subito interesse per entrambi.
Nel caso di famiglie in cui si parlano due lingue, il consiglio è che i genitori comunichino con i propri figli nella loro lingua.
Coerenza e costanza sono importantissime perché il bambino possa imparare in modo efficace. La seconda lingua, infatti, deve essere ascoltata ogni giorno e possibilmente in più contesti. Ben venga quindi la presenza più o meno quotidiana di persone con buona competenza che possono affiancare i genitori in questo compito.

Mantenere una certa strategia per far sì che un bambino possa acquisire due lingue è importante, così come i metodi e gli strumenti che si andranno a utilizzare. Inserire infatti, a casa come in contesti diversi, l’utilizzo della seconda lingua per tutte le attività quotidiane, rende l’apprendimento naturale e divertente.
Giochi, attività quotidiane, laboratori manuali, attività motorie, lettura e ascolto di filastrocche, favole, canzoni, visione di video in lingua originale, utilizzo di strumenti multimediali e interattivi studiati appositamente per l’apprendimento: è questo il modo più efficace per un bambino di apprendere in modo naturale più di un codice linguistico.
Tutto ciò con la presenza e la guida di adulti competenti.

Un’impostazione ludica, insomma, sia in famiglia sia in ambiente scolastico e prescolastico, sia nel caso di corsi dedicati ai bambini bilingui, con o senza la presenza dei genitori, dove la seconda lingua non dovrà essere imposta, ma proposta con un atteggiamento incoraggiante.
Da considerare, come sempre, che è necessario rispettare i tempi del bambino così come dargli modo di utilizzare le due lingue come strumento di interazione, per apprendere attraverso il contatto, la socializzazione e la relazione con l’altro.