Fa la sua prima apparizione nel 1926 l’orsacchiotto Winnie the Pooh, protagonista di una serie di romanzi per ragazzi nati dalla penna di Alan Alexander Milne, autore di gialli e sceneggiatore per la radio che trovò con questo personaggio la sua fortuna.
La sua prima uscita risale a un racconto pubblicato sul “London Evening News”, seguito poi da episodi raccontati via radio che ottennero molto successo.
Winnie Puh è il titolo del primo libro dedicato all’orsetto che abita nel Bosco dei Cento Acri, seguito dalla raccolta di poesie Now We are Six (Winnie the Pooh. Ora abbiamo sei anni) e da un secondo romanzo, The House at Pooh Corner (La strada di Puh), tutti libri illustrati da E.H. Shepard, che diede per primo il volto al noto orsacchiotto di pezza e ai suoi simpatici amici.
A questi romanzi vanno aggiunti diversi altri libri che vedono Pooh come protagonista, compreso Return to the Hundred Acre Wood, uscito nel 2009 (in Italia per i tipi della Salani con il titolo Ritorno al bosco dei cento acri), scritto da David Benedictus e illustrato da Mark Burgess, i quali hanno cercato di imitare lo stile di Milne e di Shepard.
Un classico della letteratura inglese per ragazzi tradotto in numerose lingue, tra cui nel 1958 anche in latino (Winnie ille Pu), e che ha avuto un grande seguito non solo con un vasto merchandising, ma addirittura perché utilizzato nell’ambito di studi filosofici.
Il suo grande successo è dovuto soprattutto all’interesse della Walt Disney per questo buffo personaggio. La nota casa di produzione cinematografica ne acquisì infatti i diritti e diede il via a una serie di cartoni animati creando anche nuove storie e rendendo l’orsetto uno dei personaggi più popolari del suo universo animato.
È del 1977 il primo lungometraggio dedicato a Winnie the Pooh, il ventiduesimo classico Disney, uscito negli Stati Uniti con il titolo The Many Adventures of Winnie the Pooh (in italiano Le avventure di Winnie the Pooh).
Ma chi è Winnie the Pooh e chi sono gli altri personaggi che abitano il Bosco dei Cento Acri?
C’è intanto da dire che Winnie the Pooh è noto anche con il nome di Winnie Puh, Winny-Puh, Winny Puh, Winnie Pooh, Winnie-the-Pooh, Pooh Bear, Pooh, e che inizialmente in italiano era stato tradotto con Ninni Puf, poi cambiato da Salani in Winnie Puh.
Si tratta di un orsacchiotto di pezza che vive in una vecchia quercia, un po’ goffo e che si mette sempre nei guai, ghiotto di miele e dall’animo poetico, le cui avventure si svolgono in un grande bosco, luogo reale nel sud-est dell’Inghilterra (la Ashdown Forest), ripreso da Milne per la sua ambientazione fantastica.
L’ispirazione, per Milne, è nata dai pupazzi appartenuti a suo figlio Christopher Robin (il suo orsacchiotto, soprannominato Edward, venne poi ribattezzato da Christopher stesso Winnie) e dalle fiabe della buonanotte che lo scrittore raccontava al suo bambino quando questi aveva circa sei anni.
Christopher Robin era sempre presente nelle storie inventate da Milne, così come poi nei film e delle animazioni Disney.
Le avventure, via via, si animarono di molti animaletti, ognuno con le sue specifiche caratteristiche.
Ed ecco così il maialino Piglet (Pimpi, Porcelletto), Tigger (Tigro), l’asinello Eeyore (Ih-Oh, Isaia), la cangura Kanga (Can) con il piccolo Guro (Roo), Rabbit (Tappo, Coniglio), Gufo (Uffa), Gopher (De Castor), aggiunto da Disney nei suoi cartoni animati ma non presente nei romanzi di Milne, Heffalump (Effalumpo, Elefante).
Altri poi i personaggi che si sono aggiunti nei volumi usciti più di recente.
Una curiosità: i peluche originali appartenuti al figlio di Milne (Edward Bear – Winnie the Pooh, il classico teddy bear britannico; Tigger; Eeyore e Kanga, ma senza il piccolo Roo, andato perduto molto tempo fa), esistono ancora: prima esposti nei locali del Donnel Library Center di New York, sono oggi ospitati allo Sthephen A. Schwarzman Building.