È nel 1865 che lo scrittore e prete anglicano britannico Charles Lutwidge Dodgson scrive con lo pseudonmo di Lewis Carroll Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie, seguito poi da Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò, opere tuttora apprezzate non solo dai bambini ma anche dal mondo degli adulti.
La trama di “Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie” la conosciamo tutti: una ragazzina cade, attraverso la tana di un coniglio, in un mondo fantastico popolato da creature davvero fantasiose.

La storia ci narra che Lewis Carroll si trovasse in barca sul Tamigi assieme al reverendo Robinson Duckworth e alle tre figlie del decano della Christ Church: Lorina Charlotte, Edith Mary e Alice Pleasance Liddell, di tredici, otto e dieci anni.
Fu durante questa gita in barca che Carroll raccontò alle ragazzine la storia di una bambina di nome Alice, la quale, annoiata, si trova a vivere una fantastica avventura. 

Sembra sia stata proprio la piccola Alice Liddell a chiedergli, dopo la gita in barca, di mettere per iscritto la storia. Dopo averla sottoposto in lettura ad altri bambini di sua conoscenza per capire se il suo testo fosse apprezzato dai piccoli, Carroll lo regalò, corredato da alcune illustrazioni, alla piccola Alice come dono di Natale. 
La versione fu successivamente ampliata con gli episodi che raccontano del Gatto del Cheshire e del famoso tè a cui Alice partecipa, e pubblicata con annessi vari poemetti e canzoni scritti da Carroll anche in precedenza.

Personaggi davvero incredibili quelli nati dalla penna di Lewis Carroll, quali il Coniglio Bianco (Bianconiglio nella versione Disney), il Cappellaio Matto, La Lepre Marzolina (o Leprotto Bisestile), La Lucertola Bill (a cui Disney ha dato il nome di Biagio), Il Gatto del Cheshire (conosciuto anche come Stregatto nella versione italiana a cartoni animati) il Dodo (che nel film di animazione ha il nome di Capitan Libeccio), il Bruco (o Brucaliffo), il Ghiro (Toperchio), la perfida Regina di Cuori, la Falsa Tartaruga, Pincopanco e Pancopinco (Tweedledum e Tweedledee nella versione originale), e molti altri.

Visto il grande utilizzo che l’autore fa di nomi di fantasia, di nonsense, di giochi matematici (Carroll infatti era anche un ottimo matematico e inserì diversi richiami numerici nelle sue opere), di figure retoriche, proverbi, parodie e molti riferimenti alla cultura inglese, trasporre in un’altra lingua “Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie” è stata un’impresa a cui molti autori si sono dedicati, in alcuni casi edulcorando anche un po’ il linguaggio talvolta molto diretto usato da Carroll, oppure cercando di tradurre i nomi dei personaggi in modo a volte un poco opinabile.

Molte sono state le trasposizioni cinematografiche e televisive di “Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie”, a partire da un primo film uscito negli Stati Uniti nel 1903, fino ad arrivare a Alice in Wonderland del 2010, diretto da Tim Burton, e il suo sequel Alice attraverso lo specchio del 2016, per la regia di James Bobin.
Il più noto di tutti resta comunque il film di animazione proposto dalla Disney nel 1951, che presenta sia “Le avventure di Alice nel paese delle Meraviglie” sia alcuni episodi tratti da “Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò”.
Nel 1952 il film ha valso il premio Oscar per la migliore colonna sonora a Oliver Wallace e, nel 1951, ha ottenuto il Leone d’Oro a Venezia. Un’opera che ha dato seguito a diverse serie tv, parchi a tema, videogiochi e un’infinita varietà di gadget, e che ancora non finisce di sorprendere grandi e piccini.

Una storia non certo banale, e anzi piuttosto complessa, che seppur nella versione a disegni animati sia rivolta al pubblico dei più piccoli, nel suo originale potrebbe non essere considerato un vero e proprio libro per l’infanzia, bensì più una storia che racconta la fine dell’infanzia, ricca di spunti anche per gli adulti, con il quale forse Carroll ha voluto lasciarci dei grandi insegnamenti di vita.