Quando a un bambino o a un ragazzo viene diagnosticato un disturbo specifico dell’apprendimento come la dislessia – ovvero un disturbo o “disordine” che si riferisce alla sfera della lettura – è importante considerare che l’apprendimento di una lingua straniera come l’inglese potrebbe presentare delle criticità.
È innanzitutto bene porre attenzione al fatto che la lingua inglese appartiene a quelle lingue considerate “opache”, ovvero lingue che non hanno una chiara corrispondenza tra segno scritto e suono come invece è per lingue come l’italiano, nelle quali grafema e fonema per lo più coincidono.
Da qui la necessità, per favorire l’apprendimento della lingua inglese anche a bambini dislessici, di utilizzare strumenti, materiali e metodi appropriati e adeguati alle loro caratteristiche.

L’apprendimento di una lingua straniera per i bambini con dislessia.

Considerare le difficoltà che può incontrare qualsiasi bambino – e quindi anche i “normolettori” – nello studio di una lingua non “trasparente” come l’inglese è sempre importante.
Leggere e scrivere in una lingua diversa da quella con cui si comunica quotidianamente comporta infatti di per sé un notevole impegno, ancor più quando si tratta di bambini a cui è stato diagnosticato un disturbo specifico di apprendimento quale la dislessia.

A questo proposito è innanzitutto sempre buona norma osservare e valutare sia gli ambiti di maggiore difficoltà per il bambino, sia i suoi punti di forza, in modo da poterlo stimolare non soltanto direttamente – per esempio con supporti e materiali didattici a lui più adatti – ma anche indirettamente favorendo l’apprendimento, creando i presupposti per una maggiore autostima e, di conseguenza, aiutandolo a trovare le strategie a lui più congeniali per raggiungere i migliori risultati possibili nello studio.
Da considerare, infatti, che molti bambini affetti da dislessia potrebbero inizialmente trovare maggiori difficoltà in attività quali scrittura e lettura in lingua inglese rispetto ad attività quali la comprensione e la comunicazione orale.

In questo senso, una scuola che offra un percorso che favorisca queste abilità può fare la differenza, così come un metodo che tenga conto di quali siano, per un bambino dislessico, le modalità e gli strumenti a lui più consoni.

Il metodo Pingu’s English.

La dimensione scolastica, il rapporto che si va a creare con il gruppo classe ma anche tra insegnante e alunno, così come rendere lo studio di una lingua una pratica che rientra nella quotidianità e l’utilizzo di metodi di apprendimento multisensoriale sono tutti elementi utili perché un bambino o un ragazzo con dislessia possa trovare le sue personali strategie per ottenere i migliori risultati in termini di apprendimento di una lingua straniera.
Favorire l’apprendimento della lingua inglese anche ai bambini con dislessia è uno degli obiettivi che le scuole Pingu’s English si prefiggono. Un lavoro mirato sulle abilità personali di ogni singolo bambino e che si baserà sia sulle sue criticità ma anche sui suoi punti di forza, sfruttando per esempio più le sue abilità orali che di writing e di reading e le modalità di un apprendimento multisensoriale.

Migliorare e rafforzare le abilità in cui un bambino dislessico ha infatti minori difficoltà può dargli modo di sentirsi più sicuro e consapevole delle sue capacità e affrontare con minore difficoltà e più serenità compiti di scrittura e lettura che gli verranno in seguito proposti.
Da qui l’importanza di un metodo di apprendimento precoce che parta già dai primi anni di vita del bambino, in modo tale che la lingua inglese diventi parte della sua quotidianità e gli risulti sempre più familiare. Ma anche l’importanza di fare accompagnare il bambino, nel suo percorso di acquisizione, da insegnanti preparati non soltanto nell’insegnamento dell’inglese, ma anche formati a facilitare l’apprendimento di chi ha un disturbo specifico.