Chi è Babbo Natale

Molte le storie legate al personaggio natalizio più amato dai bambini al quale rimaniamo tutti affezionati anche in età adulta. Ma da dove trae origine la rappresentazione dell’attuale Babbo Natale?
In realtà il nostro Babbo Natale si lega ad antiche tradizioni e a moderne rivisitazioni e prende spunto da diverse figure del passato, primo fra tutti San Nicola, santo venerato ancora oggi nel Nord Europa e anche in alcune zone dell’Italia meridionale, che si festeggia il 6 dicembre.

Conosciuto anche come Santa Claus (diverse tradizioni furono portate in America dagli immigrati olandesi e tedeschi), l’attuale personaggio che ci è ormai così familiare, con il vestito rosso e bianco, è inoltre legato alle campagne pubblicitarie della Coca Cola del XX secolo.
Un personaggio quindi che ha tratto origine da diverse culture e tradizioni, ma che ovunque ha il magico compito di portare doni ai bambini.
Attorno a lui, diversi altri personaggi, non meno magici e ricchi di mistero. Tra questi, le sue fidate renne, anch’esse frutto sì di fantasia ma riprese da antiche leggende nordiche.

Le renne di Santa Claus

Da dove nasce la storia delle renne che accompagnano Babbo Natale a distribuire doni la notte tra il 24 e il 25 dicembre?
Animali tipici delle zone subartiche e artiche, dove si fa risiedere il caro vecchietto, le renne sono presenti in antiche leggende e storie fantastiche della letteratura nordica. Addomesticate per essere utilizzate per trainare le slitte (ancora oggi utilizzate a questo scopo da diverse popolazioni), le renne sono animali a cui, in tempi antichi, si attribuivano qualità misteriose, eroiche e legate alla terra.

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Aiutanti davvero speciali, ai quali si è assegnato il potere di volare e il compito di trainare la slitta di quello che è oggi l’odierno Babbo Natale, le renne natalizie traggono forse origine dalle leggende legate al dio Thor della mitologia nordica e germanica, spesso rappresentato mentre attraversava il cielo su una slitta trainata da due capre con grandi corna.
È del 1812 una storia dello scrittore americano Washington Irving che racconta di un San Nicola molto simile al personaggio attuale di Babbo Natale che guida un carro, mentre del 1821 il primo racconto che conosciamo, pubblicato in un libro per bambini, che narra le avventure di un personaggio, sempre basato su San Nicola, che porta i doni ai bambini la notte di Natale grazie a una slitta trainata da una renna.

Sarà però Clement Clarke Moore, nel 1823, a scrivere il canto natalizio A Visit From St. Nicholas, più noto come The Night Before Christmas o anche Twas the Night Before Christmas, in cui vengono citate le fidate e magiche renne di Natale così come le conosciamo oggi.
Otto renne, per la precisione, che in quell’occasione lo scrittore indica ognuna con il proprio nome e le proprie qualità e caratteristiche.
A queste, in tempi più recenti, se ne è aggiunta un’altra, quella che forse ai bambini di oggi è la più familiare, Rudolph, di cui scrisse nel 1939 Robert L, May, resa altresì famosa dalla canzone natalizia del 1949 Rudolph the Red-Nosed Reindeer di Johnny Marks.

Ed ecco qui i nomi della squadra volante di renne di Babbo Natale, con l’aggiunta della nona e simpatica renna Rudolph:

Vixen e Blitzen (conosciute anche come Dixen e Blixen): le prime due renne che Santa Claus decide di utilizzare per trainare la sua slitta durante la notte di Natale; hanno il manto dorato;
Dasher: la renna coraggiosa;
Dancer (o Dazzle): la renna ballerina;
Prancer: la più timida, salvata da Santa Claus mentre si nascondeva impaurita;
Comet: è la più veloce e quando vola lascia una scia proprio come una cometa;
Cupid: mite e dal pelo lungo, è la renna che porta amore al suo passaggio, quella a cui secondo alcune tradizioni Santa Claus affida il compito di leggere le letterine dei bambini;
Dunder (o Donner): la renna di Santa Claus più portata per il canto;
Rudolph: la nona renna che traina la slitta di Santa Claus, non presente nel racconto originale; ha il compito di guidare il gruppo, in quanto il suo naso grande e rosso si illumina e rende visibile la strada alle compagne; non vive con le altre compagne in Lapponia, ma trascorre il resto dell’anno a esplorare il Polo Nord.